Cina: materiali a contatto tra progressi e gap di sicurezza (FVO, (DG(SANCO) 2009-8156))
Condotta dal 14 al 19 settembre 2009, la missione del FVO ha valutato i sistemi ufficiali di controllo dei materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (food contact materials, d’ora in avanti: FCM) e il controllo del rispetto delle raccomandazioni indirizzate alle autorità cinesi dalla precedente missione (vedi rapporto Sanco 7572/2007).
Oggetto specifico della missione del FVO è stato di valutare la capacità di eliminazione del rischio di migrazione di taluni FCM negli alimenti con particolare riferimento alle ammine primarie aromatiche, ai plastificanti, al piombo e cadmio migranti dagli utensili in ceramica e alla formaldeide e melamina dagli utensili da cucina.
Nello specifico si è trattato di verificare il rispetto dei limiti di migrazione fissati dal Regolamento 1935/2004. Tale attenzione ha tratto ragione dal significativo numero di notifiche (267) registrato tra il 2007 e il 2009 relativo a FCM dalla Cina che presentavano livelli di migrazione non consentiti, nello specifico:
– ammine aromatiche primarie da utensili di nylon (39 notifiche);
– cromo e cadmio da utensili di acciaio;
– piombo e cadmio da articoli in ceramica;
– formaldeide e melamina da utensili da cucina.
A ciò si aggiungono anche gli allarmanti superamenti dei livelli di migrazione totale e quelli specifici per gli ftalati. A seguito dell’alto numero di notifiche fu condotta la missione nel 2007.
In tema di FCM, due sono le autorità competenti cinesi: l’AQSIQ (General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine of the People’s Republic of China) e l’autorità doganale. Rispetto alla situazione registrata con il precedente report del 2007, il livello amministrativo non ha subito particolari modifiche mentre sul piano della regolazione il quadro legislativo cinese è stato significativamente innovato:
– in primo luogo il 1 luglio 2009 è entrata in vigore la nuova Legge quadro sulla sicurezza alimentare che fornisce una nuova cornice di regulation più moderna sebbene, come nota giustamente la missione FVO, la relativa attuazione sia ancora in una fase quiescente;
– analoga quiescente situazione si registra rispetto al Comitato per la Sicurezza Alimentare e l’autorità di sorveglianza per la sicurezza alimentare;
– il Catalogo dei beni in entrata e uscita (Catalogue of Enter-Exit Goods) è stato modificato con l’inserimento (con vigore dal 30 agosto 2007) degli utensili da cucina in nylon, in melamina e altre plastiche, con la conseguenza che oggi l’import-export di questi prodotti esige una ispezione obbligatoria svolta dal CIQ (Entry-Exit Inspection and Quarantine Bureau of the People’s Republic of China) prima dell’esportazione;
– dal Giugno 2009 i produttori di FCM sono classificati in 3 livelli di rischio e 5 livelli di controllo;
– nuovi limiti per la migrazione della formaldeide sono stati elaborati con soglie di accettabilità equivalenti a quelle richieste dalla CE;
– nuovi limiti di migrazione per la melamina sono stati fissati dalle autorità cinesi e, si noti, con valori di accettabilità più bassi di quelli attualmente richiesti dalla legislazione comunitaria;
– nuovi standard igienici per l’uso di additivi nei contenitori di alimenti, standard che tuttavia non riguardano le PAAs (Primary Aromatic Amines) che non sono considerate da Pechino additivi.
Queste innovazioni legislative e di regulation tuttavia non hanno risolto, a giudizio del FVO, tutti i problemi sanitari connessi ai FCM destinati al mercato comunitario.
Sebbene la disciplina cinese preveda oggi un controllo pre-esportazione obbligatorio per FCM in plastica e/o silicone giudicato in linea con gli standard europei, restano fuori i limiti di migrazione delle ammine aromatiche, oggetto, come già ricordato, di seria preoccupazione.
Altro elemento di non conformità con gli standard europei (Dir. 2002/72/CE) riguarda la metodica analitica per la determinazione dei limiti di migrazione delle plastiche. Il FVO non manca poi di osservare come l’autorità competente cinese (AQSIQ) non ha condotto una esaustiva investigazione sulle notifiche RASFF.
In conclusione, sebbene si siano registrati importanti allineamenti tra il sistema cinese e quello comunitario, restano critici i seguenti aspetti:
– deficienze nella capacità dei laboratori ufficiali coinvolti nella determinazione dei limiti di migrazione;
– carente controllo delle società produttrici di FCM coinvolte in notifiche RASFF;
– problematicità delle importazioni di FCM realizzati in Cina e destinati in EU via Hong Kong.
A giudizio della Missione FVO, stanti queste situazioni di fatto, l’equivalenza con gli standard europei non può essere garantita (“equivalence with EU requirements cannot be guaranteed”).
Tre le raccomandazioni indirizzate dalla Missione:
- Assicurare che le plastiche FCM e i metodi di analisi siano conformi con requisiti almeno equivalenti con quelli fissati dalla Direttiva della Commissione n. 2002/72/CE;
- Assicurare che le società produttrici esportatrici in UE applichino al loro interno Buone Prassi di Lavorazione (Good Manufacturing Practices, GMP) almeno equivalenti a quelle richieste dal Regolamento della Commissione n. 2023/2006/CE;
- Prendere in considerazione di svolgere investigazioni sistematiche e complete sulle imprese oggetto di segnalazione all’interno del RASFF.