di Francesco Montanari, of consuel di Lex Alimentaria Studio Legale
Dopo aver bloccato le importazioni di foglie di betel dal Bangladesh lo scorso febbraio, la UE si appresta ad alzare il livello di sorveglianza alle sue frontiere per altri prodotti di origine non-animale provenienti da Paesi extraeuropei. Nella riunione del 5 marzo 2014 del Comitato Permanente per la sicurezza della catena alimentare e la salute animale, la Commissione e gli Stati membri avevano deciso, nel contesto del Regolamento (CE) No 669/2009, di rafforzare i controlli ufficiali a porti, aeroporti e confini terrestri sui seguenti prodotti:
- Enzimi dall’India, per consumo umano e animale, per possibile presenza del farmaco veterinario Chloramphenicol (50% di controlli di identità e fisici). L’adozione della misura fa seguito alla conclusione delle indagini da parte delle autorità indiane in relazione ad una contaminazione di enzimi e preparati con tale sostanza che la scorsa estate aveva fatto scattare ben 13 notifiche attraverso il Sistema di Allerta Rapido per alimenti e mangimi (RASFF) gestito dalla Commissione europea. Le indagini condotte dalle autorità indiane sulle imprese coinvolte nella contaminazione, tuttavia, non sono state in grado di svelare le ragioni della contaminazione. La normativa UE in materia (Decisone 2002/675/CE) stabilisce il limite massimo per il chloramphenicol in prodotti di origine animale a 0,3 mg/kg, valore che il Comitato permanente per la sicurezza della catena alimentare ha ritenuto doversi applicare anche all’incidente in questione.
- Fogli di vite dalla Turchia per presenza di residui di pesticidi (10% controlli rafforzati). Pur in assenza di notifiche RASFF, dati relativi a controlli effettuati sul mercato da alcuni Paesi UE mostrano livelli preoccupanti di non-conformità (90%) con i limiti massimi fissati dalla legislazione UE. Il Regolamento 669/2009 prevede già controlli rafforzati su peperoni di origine turca sempre per pesticidi.
- Arachidi e prodotti derivati dal Sudan, per consumo umano e animale, causa rischio aflatossine (50% controlli rafforzati). Nei primi mesi de 2014 già 6 notifiche concernenti questi prodotti. Il Regno Unito è il maggiore importatore nella UE.
- Foglie di betel da India e Tailandia per contaminazione con Salmonella (10% controlli rafforzati). La misura segue numerose notifiche RASFF nel periodo 2011-2013 (31 per l’India, 8 per la Tailandia). Le foglie di betel sono un prodotto tradizionalmente consumato dalle comunità del Sud-est asiatico da masticare crude o consumate in misture di spezie. Lavare le foglie di betel non è un trattamento sufficiente per debellare la Salmonella. Regno Unito, Germania, Paesi Bassi sono i maggiori importatori di questo prodotto.
Nello stesso contesto, Commissione e Stato membri hanno deciso di abbassare il livello accresciuto di controlli per i vermicelli dalla Cina (attualmente sottoposti a 10% di controlli in frontiera). I vermicelli sono stati inclusi nella lista dei prodotti di origine vegetale considerati a rischio dall’ottobre del 2010 per l’impiego non autorizzato dialluminio (utilizzato al fine di garantire maggiore brillantezza). Il numero di respingimenti in frontiera è in effetti calato drasticamente negli ultimi due anni e giustifica il rilassamento della sorveglianza frontaliera. In futuro, i vermicelli continueranno comunque ad essere soggetti ai controlli che i Paesi UE devono effettuare sul mercato a norma dell’Articolo 15 (1) Regolamento (CE) No 882/2004.
I nuovi requisiti del Regolamento 669/2009 sono entrati in vigore dal 1 Aprile 2014.
Francesco Montanari