Missione UE-DG SANCO sul controllo della Cina sugli OGM nel riso: buona riuscita da parte cinese ma frodi e accreditamento richiedono azioni
Poche cose sono certe in questa epoca e, tra queste, che la Cina è nelle top five dei produttori di prodotti agricoli OGM: pomodori e derivati, cotone, fiori e piante, papaya e vaccini (per l’influenza aviaria). Non per il riso OGM, bandito sia in UE quanto nella Repubblica Popolare Cinese. E sul riso, nell’anno olimpico, si è svolta la missione sul controllo degli OGM nelle filiere del riso. Due veterinari del FVO, 1 rappresentate della delegazione UE in Cina, due rappresentanti delle autorità nazionali competenti per parte cinese. Un audit importante da cui la Cina esce vincente. Solo 5 recomendations. Le vediamo subito.
La prima. Mentre il quadro normativo e regolatorio appare – in Cina – adeguato alla realtà concreta (valutazione officiale della missione), il principale punto di debolezza è individuato nell’assenza di procedure semplificate per il campionamento (del riso) a disposizione del personale addetto al controllo ufficiale (**).
Seconda raccomandazione. Più incisiva. Vi si criticano alcune scelte generali nelle procedure di screening per l’individuazione di presenza di OGMs. Questo ultimo aspetto è poi ribadito e specificato nella terza raccomandazione con riferimento ai prodotti derivati o contenenti anche riso. Il punto è di rilievo: l’accuratezza con cui il processo per determinare ufficialmente la presenza o meno di OGM nelle derrate alimentari.
Le ultime due raccomandazioni contengono il core della missione ufficiale della DG Sanco. Debole la repressione delle frodi, molte delle quali con inquietanti disastri lì e qui. Gli accordi sottoscritti da entrambe le parti soffrono, per così dire, i tira e molla dell’autorità cinese: è il caso del Arrangement for the cooperation on joint prevention of illegal action for import and exportof food. Questo accordo è più volte richiamato dal Report finale della Missione. Nella quarta raccomandazione l’autorità competente cinese è “incoraggiata” a contrastare le frodi e l’esportazione di questi alimenti, con particolare riferimento al settore del rice e dei rice products. Infine la quinta. Ampi margini di miglioramento sotto il profilo dei laboratori sono a disposizioni delle autorità e soggetti coinvolti.
Le autorità competenti cinesi (per l’ambito riso e OGM, il Ministero della Agricoltura e il IQSIQ – General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine-) hanno già risposto. Se ne riparlerà in questa rubrica.
Daniele Pisanello